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05 ottobre 2006

Farmacista & cittadino
Farmaci e metodi d'indagine selettivi

Pubblico di seguito il comunicato stampa di Federfarma, il sindacato dei farmacisti titolari italiani, distribuito il 27/09/2006.

Prezzi dei farmaci di fascia A: dati pilotati per colpire le farmacie

È in atto una campagna ben orchestrata che sembra preparare il terreno a un ulteriore salasso a carico delle farmacie nella prossima legge finanziaria. Lo denuncia Federfarma, che rappresenta le farmacie private italiane, commentando i primi dati di un’indagine sui prezzi dei medicinali, realizzata da Altroconsumo.

Secondo tale indagine, i prezzi dei farmaci di fascia A (cioè a carico del SSN) sarebbero in Italia i più alti d’Europa e la causa sarebbe l’alto costo della distribuzione intermedia e finale (grossisti e farmacie).

L’indagine, che ha riguardato 19 farmaci sulle 4.707 confezioni di fascia A, contraddice quanto da sempre sostenuto dalle stesse associazioni dei consumatori, dalle industrie farmaceutiche e dall’Agenzia del farmaco, e cioè che i prezzi dei farmaci di fascia A (a carico del SSN) sono tra i più bassi d’Europa e che, proprio per compensare ciò, è stato permesso alle industrie di aumentare liberamente i prezzi dei farmaci di fascia C (a carico dei cittadini), che oggi sono tra i più alti d’Europa.

Fino al gennaio 2004, in Italia i prezzi dei farmaci di fascia A erano stabiliti sulla base della media dei prezzi praticati negli altri Paesi europei, quindi non potevano certo essere i più alti d’Europa. Solo per i farmaci commercializzati a partire dal gennaio 2004 i prezzi sono stabiliti mediante contrattazione tra produttori e Agenzia del Farmaco. Non sembra possibile che in due anni l’AIFA abbia permesso che i nuovi prezzi si differenziassero così tanto da quelli degli altri Paesi europei.

Questo per quanto riguarda i prezzi. Per quanto riguarda i “guadagni” delle farmacie, questi sono fissati per legge nella misura del 26,70% del prezzo del farmaco. Tale quota comprende lo sconto che le farmacie sono obbligate a praticare al SSN. L’indagine di Altroconsumo non casualmente dimentica di citare lo sconto che le farmacie praticano per legge al SSN sui medicinali consegnati ai cittadini e che pesa sulle farmacie stesse per un totale di oltre 700 milioni di euro l’anno. Lo sconto in favore del SSN riduce il margine di una farmacia media dal 26,70% previsto dalla legge al 18,70%. Inoltre, lo sconto aumenta all’aumentare del prezzo del farmaco e per i farmaci più costosi è pari al 19%. Su questi farmaci la farmacia ha, quindi, un margine del 7,70%. Crede veramente Altroconsumo che in altri Paesi europei le farmacie abbiano un margine più basso di questo?

In molte Regioni, infine, le ASL acquistano direttamente dalle aziende i farmaci più costosi a condizioni di favore e li fanno distribuire alle farmacie con un margine notevolmente più basso di quello previsto dalla legge.

L’indagine di Altroconsumo non tiene conto di questi elementi ed esce, guarda caso, alla vigilia di una finanziaria che deve racimolare 2,4 miliardi di euro dalla sanità. Solo una coincidenza?