Independence Day Fun Club

Evidence Based Medicine, più tutto il resto: È la stampa, bellezza; Farmacista & Cittadino; Meno tasse per tutti...

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11 febbraio 2008

Inchiesta Glaxo

(tratto dal settimanale di Federfarma)

I 27 medici e i 7 dipendenti della Glaxo imputati di comparaggio nell'ambito dell'inchiesta giudiziaria che ha coinvolto complessivamente 4.700 persone e ha originato processi in diverse città sono stati assolti perché il fatto non sussiste (Il Sole 24 Ore, 17/1/08).


Pubblico quanto sopra perché ricordo di essermi occupato della cosiddetta "Operazione Giove" in termini critici. "Il fatto non sussiste".

18 novembre 2007

Arabia Saudita: ragazza stuprata e condannata

Per la serie: per fortuna vivo in Italia...

Duecento frustate e sei mesi di galera, nonostante sia lei la vittima di uno stupro di gruppo. Una diciannovenne saudita sciita fu violentata un anno fa per quattordici volte da un gruppo di uomini a Qatif, in una provincia orientale della penisola araba. I sette, di osservanza sunnita, l'aggredirono mentre si trovava nella macchina di un estraneo alla famiglia della donna. Quest'ultima, stabili' un tribunale in primo grado, ha violato in questo modo la legge sulla segregazione sessuale: la pena stabilita inizialmente per lei era di 90 scudisciate. Gli uomini del branco, a loro volta, sono stati condannati a pene che vanno da uno a cinque anni di prigione; pochi, considerato che per reati di questo genere in Arabia Saudita si rischia la condanna a morte. In appello le pene, per entrambe le parti, sono state aumentate. Raddoppiate quelle per gli stupratori, piu' che triplicate le frustate per la donna, con la motivazione che questa avrebbe tentato di utilizzare l'attenzione ricevuta dai media per influenzare la corte. Il suo avvocato e' stato sospeso dalle funzioni.



31 ottobre 2007

«Troppi regali, ecco perché i medici sbagliano»

SYDNEY (31 ottobre) - Vacanze, automobili, ma anche iscrizioni dei figli a scuole private oltre a computer, congressi pagati e condizionatori d'aria: sono alcuni dei regali offerti dalle case farmaceutiche ai medici dei paesi in via di sviluppo con la conseguente errata prescrizione delle ricette nel 50% dei casi. Il rito della “ricompensa” sarebbe stato messo in piedi per compensare il calo dei profitti nei mercati occidentali e sarebbe riuscito a influenzare le prescrizioni mediche. La denuncia arriva da Consumers International, la Federazione di organizzazioni di consumatori in 115 paesi riunita a Sydney per il 18° congresso, che ha diffuso le cifre di questa scorretta pratica chiedendo una messa al bando globale di ogni genere di omaggio ai medici.

In un caso sembra che un medico in Malasya ha ricevuto in un mese più di 70 regali da diverse case farmaceutiche. Metà dei dottori intervistati ha ammesso di essere condizionato nel momento della prescrizione dalle pressioni ricevute dalle ditte dei medicinali.

Lo studio rivela inoltre che colossi come Roche, Gsk, Novartis, e Wyeth, approfittano della debole infrastruttura in alcuni paesi per imporre le loro marche nei corsi di aggiornamento medico, promuovere un uso improprio di farmaci ed omettere informazioni sugli effetti collaterali nelle pubblicità su riviste mediche. «L'industria farmaceutica vede il mondo in via di sviluppo come un'opportunità da trilioni di dollari per i prossimi 40 anni», ha dichiarato il direttore generale di Consumers International, Richard Lloyd. «La debolezza dei regolamenti fa di questi mercati un facile bersaglio, ma le spese per la salute dei consumatori in questi paesi non possono essere scialacquate con un uso irrazionale delle medicine. L'unica maniera per assicurare che i pazienti ricevano dai medici un trattamento razionale e imparziale è che i governi mettano al bando completamente la pratica dei regali», ha proseguito.

Tema del congresso, a cui partecipano più di 300 esperti e delegati di un centinaio di paesi, è quello di «obbligare le grandi compagnie alle loro responsabilità», e il programma si sviluppa lungo le attuali campagne della federazione: consumi sostenibili, pandemia di obesità, etica della promozione di farmaci, e credito al consumo.

La cosa curiosa è che la fotografia di accompagnamento del servizio non mostra un medico ma un farmacista!

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25 ottobre 2007

"Falce e carrello", e farmacie

Ho appena terminato di leggere il libro "Falce e carrello", di Bernardo Caprotti - il fondatore dell'"Esselunga". Editore Marsilio, prezzo di copertina 13,50 euro. 187 pp.

Cito testualmente da pagina 162:

Citazione:
Nonostante ciò che tutti proclamano, il rapporto privilegiato tra il “partito”, la politica e le Coop continua a sussistere. Ne è un esempio il primo “decreto Bersani”, quello che liberalizzò la vendita dei farmaci da banco nei supermercati. Una liberalizzazione mirata, giacché i vincoli imposti dalla normativa escludono di fatto dai benefici le catene come Esselunga.

La legge prevede infatti che i medicinali siano venduti in appositi reparti, separati dagli altri prodotti in commercio e ben identificabili, alla presenza di almeno un farmacista iscritto all’Ordine. Un obbligo che rende possibile l’apertura di questi spazi solamente in negozi di grandi dimensioni, in pratica soltanto negli ipermercati: una fascia di mercato in cui sono presenti primariamente le Coop.

L'obbligo della presenza del farmacista, poi, comporta l'assunzione di tre se non quattro persone, visto che nella grande distribuzione i punti vendita restano aperti sei giorni alla settimana su sette (in certi periodi anche la domenica) per 13 ore giornaliere. Federdistribuzione, la federazione che raggruppa gran parte delle aziende del settore, aveva chiesto al governo di fare una riforma vera, cioè di consentire di mettere in vendita senza alcuna intermediazione i farmaci da banco, come avviene da sempre nei Paesi stranieri. Niente presenza del farmacista, visto che quelle specialità sono di automedicazione, essendo state concepite per essere utilizzate senza l'intervento del medico.

Anche Federfarma, la federazione delle farmacie private, era d'accordo. Ma Bersani non tenne conto di queste richieste e decise di non eliminare il farmacista dai supermercati. Una scelta in linea con la bozza di legge predisposta proprio dalle Coop nel 2005, le cui proposte sono dunque state accolte in pieno. A che cosa è funzionale la presenza dei camici bianchi? Ci vuol poco a capirlo: fra qualche anno le Coop faranno pressione per trasformare questi reparti in farmacie vere e proprie, dove possano essere vendute tutte le specialità; si comincerà con la commercializzazione dei farmaci di fascia C. E così la liberalizzazione, a loro uso e consumo, sarà completa.


Più chiaro di così...

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15 ottobre 2007

In Italia farmaci meno cari che in Europa e Usa

ROMA (11 ottobre) - Anche se ogni volta che si va in farmacia sembra di spendere di più, i medicinali con obbligo di ricetta in Italia costano meno rispetto al resto d'Europa e molto inferiori agli Stati Uniti. I dati rivelazione arrivano da uno studio della Cergas Bocconi (Centro di ricerche sulla gestione dell'assistenza sanitaria e sociale), in collaborazione con Farmindustria. «I prezzi dei farmaci su prescrizione, introdotti dopo il 1990, in Francia, Inghilterra, Germania, Grecia e Spagna - sostengono gli autori dello studio - sono superiori fino al 42% rispetto a quelli italiani. Negli Usa costano più del doppio». Lo studio riguarda Italia, Francia, Germania, Spagna, Regno Unito, Grecia, Paesi Bassi e Stati Uniti e confronta i prezzi medi dei primi 300 principi attivi per fatturato e volumi di vendita dispensati nelle farmacie aperte al pubblico. Nelle nazioni considerate, salvo i Paesi Bassi, tali farmaci hanno prezzi al pubblico superiori a quelli italiani in percentuali che oscillano da dal +3% della Grecia, al +5% della Spagna, +8% del Regno Unito, + 12% della Francia e +42% della Germania per arrivare al +139% degli Stati Uniti. Unica eccezione, i Paesi Bassi dove i prezzi sono inferiori del 21% rispetto all'Italia.

Quanto invece ai prezzi che l'industria pratica alla distribuzione risultano ovunque superiori all'Italia: si va dal +11% della Francia, al +12% della Spagna, +14% dei Paesi Bassi, +18% di Grecia e Regno Unito, +25% della Germania fino al +183% degli Usa. «Il posizionamento dell'Italia rispetto ai prodotti lanciati sul mercato dal 1990 è molto chiaro ed è, almeno in parte, frutto delle misure sistematiche di taglio dei prezzi degli ultimi anni», spiega Claudio Jommi, responsabile dell'Osservatorio farmaci del Cergas Bocconi e coordinatore della ricerca.

«È importante sottolineare come lo studio sui prodotti lanciati dopo il 1990 abbia considerato diversi indici di prezzo, diverse ipotesi di estrazione dei dati, diverse modalità di conversione dei prezzi, ad esempio considerando il potere di acquisto delle diverse valute: il risultato però non cambia».

Lo studio «non ci coglie di sorpresa - spiega Sergio Dompè, presidente di Farmindustria - e conferma quanto le imprese del farmaco sostengono da tempo: cioè che i prezzi dei medicinali in Italia sono tra i più bassi in Europa. Un 'primatò negativo che si riflette - non poco - sulla competitività delle aziende operanti nel Paese. Per puntare in alto - ammonisce - la ricerca ha bisogno di regole certe e stabili e di politiche dei prezzi in linea con quelle europee, che riconoscano il valore degli investimenti e dell'innovazione. Recuperare questo gap è possibile. È necessario però fare presto per non perdere il treno nella corsa per la competitività. Prendere quello successivo significherebbe infatti arrivare drammaticamente tardi».

Fonte: Il Messaggero

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20 settembre 2007

Informazione di Stato

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No comment. Guarda il video.

Tg2, 19 settembre 2007, edizione delle ore 13.00.
Editoriale del direttore del Tg2 Mauro Mazza.

Testo:

"Lo abbiamo sentito anche adesso, va avanti a colpi di insulti, di accuse pesantissime, di male parole. E' il fenomeno Beppe Grillo, non a caso nato con un colossale 'vaffa' indirizzato con più destinazioni, con più destinatari. Molti hanno parlato di neoqualunquismo, forse anche per provare a esorcizzare il pericolo.
Ma cosa accadrebbe se un giorno all'improvviso, un pazzo, uno squilibrato, ascoltate quelle accuse contro Tizio o Caio all'improvviso, un brutto mattino premesse il grilletto? Una volta in Italia c'erano i cosiddetti 'cattivi maestri' che additavano come nemico un commissario di Polizia, un giornalista, un magistrato e accadeva, purtroppo, che qualcuno pazzo o meno andasse, premesse il grilletto e qualche volta uccidesse. Oggi non abbiamo più, per fortuna, maestri cattivi né buoni.
Abbiamo qualche apprendista stregone, evidentemente. La Storia - si dice - una volta tragica quando concede repliche diventa una farsa. Ma cosa accadrebbe se ci fosse un percorso inverso, dalla farsa alla tragedia?
Cosa accadrebbe se un mattino, un brutto mattino, qualcuno, ascoltati quegli insulti, quelle male parole contro Tizio o contro Caio, premesse un grilletto all'improvviso?"

Postato da Beppe Grillo il 19.09.07 17:20



Quello sopra è il post di Beppe Grillo, che desideravo commentare.
Ho inserito due volte il mio commento, e per due volte il sistema informatico ha abbinato al mio nome il commento di qualcun altro.
Di seguito riporto il mio commento originale...

Caro Beppe,

fai paura alla classe politica.

Tentano di demonizzarti, per toglierti credibilità.

Han tirato fuori che hai avuto un incontro con la pornostar, ecc., poi ultimamente che sei stato condannato per omicidio colposo...

Ma non ti fermano, questo li spaventa.

Ora ti mettono in bocca cose che non hai detto.

Da parte loro, è normale.

Il passo successivo sarà quello di "comprare" eventuali amministratori eletti grazie al tuo "bollino". Quando essi perderanno credibilità, per la proprietà transitiva, anche tu perderai credibilità.

Ecco la ragione per cui sono contrario alla tua "discesa in campo" e guardo con molta preoccupazione all'iniziativa del "bollino"

Ciao.

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29 novembre 2006

Farmacista & cittadino
Ma l'automedicazione non decolla

Tratto da "Farmacista 33":

Ma l'automedicazione non decolla

Secondo l'associazione di settore, l'Anifa, la legge Bersani non ha modificato la tendenza negativa. Sarebbe necessario ampliare il numero di farmaci non soggetti a prescrizione

Malgrado la liberalizzazione, non una grande annata per i farmaci da automedicazione. Da gennaio a ottobre 2006, rispetto allo stesso periodo del 2005, volumi e fatturato di OTC e SOP risultano in discesa: rispettivamente del 4,6% e del 7,5%. Una situazione preoccupante per l'Anifa (Associazione nazionale dell'industria farmaceutica dell'automedicazione), che ieri a Roma ha reso noto il primo bilancio dopo l'entrata in vigore della nuova regolamentazione. In sostanza - sottolinea l'ANIFA per voce del vicepresidente Roberto Bertani - l'approvazione della legge 248/2006, a oggi si è concretizzata in circa 40 corner attivi che applicano uno sconto medio del 20-30%. "Al contempo - ha detto Bertani - si registra un incremento nello sconto medio applicato dalle farmacie, salito al 10-15% circa sul territorio nazionale: circa il 98% dei punti vendita 'classici' attualmente lo applica. Infine, supponendo che, nella migliore delle ipotesi, tra il 2007 e il 2008 ci saranno circa 600 punti vendita attrezzati per la vendita dei farmaci da banco, si può stimare che i supermercati copriranno a regime il 10-15% delle vendite totali dei farmaci senza ricetta". Eppure il settore, secondo l'associazione dei produttori di Otc e Sop, risente ancora delle rigidità che lo caratterizzano. E, anche se sembrano arrivare segnali positivi dalla legge Finanziaria, che prevede un nuovo e migliore sistema di determinazione del prezzo dei farmaci che assicurerà maggiore concorrenza (il prezzo sarà liberamente determinato dal dettagliante sulla base della negoziazione con l'azienda farmaceutica produttrice), permangono secondo l'Anifa vincoli che ne limiteranno gli effetti positivi per il consumatore: in particolare, il blocco dei prezzi dei medicinali da banco fissato per tutto il 2007 nel maxiemendamento alla Finanziaria non giova alla concorrenza e rallenterà il processo iniziato.

Parallelamente alla flessione di vendite e ricavi, l'Anifa denuncia un 'pericoloso' fenomeno in Italia: "il crescente successo dei prodotti salutistici, anche detti 'notificati' - ha evidenziato Bertani - che spesso, pur infrangendo la legge, promettono un effetto terapeutico e ingannano il consumatore che vi si affida perché naturali" senza contare le regolamentazioni ben più leggere cui soggiace questo tipo di prodotti. Sulla falsariga di quanto avviene per il settore dei generici, anche per i l'OTC si chiede l'allargamento dell'offerta, accelerando lo switch. "Una mossa - dice il vicepresidente Anifa - che potrebbe contrastare anche il fenomeno dell'autoprescrizione: circa il 15% degli etici vengono venduti in farmacia senza che il paziente presenti la ricetta del medico". Il raffronto fra l'Italia e i maggiori Paesi europei, poi - ha detto ancora Bertani - parla chiaro: "Da noi i consumatori possono acquistare senza ricetta soltanto 87 principi attivi, in Gran Bretagna invece l'offerta è di 117, in Germania di 114 e in Francia di 99".

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