Evidence Based Medicine
I medici hanno un insano desiderio di regali
Melissa Fyfe
August 4, 2006
(Riporto la mia traduzione di questo articolo. Considerazioni in fondo)
I medici hanno un insano desiderio di regali
L’inchiesta più approfondita svolta finora sull’argomento ha rivelato che medici specialisti chiedono regali, del valore compreso tra 50 e 100.000 dollari (australiani), alle aziende.
Le richieste variano: denaro per pagare lo stipendio alle infermiere, donazioni per I propri reparti, computer, microonde, giornali specializzati, libri di testo, CD, e perfino denaro per un ricevimento di Natale.
L’Università del Nuovo Galles del Sud (Australia) ha chiesto, a 823 specialisti di tutto lo Stato, che cosa le aziende gli hanno dato e che cosa essi hanno chiesto alle aziende. Si è trovato che a quasi tutti gli specialisti sono stati offerti cibo e regali per l’ufficio, e che uno ogni due medici ha ricevuto regali personali – tra cui crociere nel porto e biglietti al teatro – così come denaro per viaggi di lavoro. Il quindici per cento ha chiesto alle industrie farmaceutiche regali, denaro, viaggi.
«I medici sono talvolta visti come le vittime innocenti, e i carnefici in questo caso è l’industria farmaceutica», dice l’autore, professore associato di etica e legge in medicina, Paul McNeill. «In realtà, è una relazione in cui tutti e due ci mettono del proprio.»
L’inchiesta, pubblicata online sull’Internal Medicine Journal di oggi, segue recenti commenti del capo della Commissione Australiana per la Concorrenza e il Consumatore, Grame Samuel, secondo cui «queste sporche vicende» sono «una spiacevole macchia sulla professionalità e il buon nome dei medici australiani».
Lo studio ha trovato che sei specialisti hanno chiesto denaro per pagare gli stipendi delle infermiere, uno ha chiesto 80.000 dollari; un altro ha chiesto una donazione di 60.000 dollari per il dipartimento, «in cambio di tempo per incontrare gli informatori [dell’azienda farmaceutica]».
Ogni anno le aziende farmaceutiche spendono milioni per cercare di convincere gli specialisti – quali esperti in tumori, patologie del sistema respiratorio e cardiocircolatorio – a prescrivere le loro medicine. La posta in gioco è elevata, poiché la prescrizione da parte di uno specialista può aggiungere un farmaco costoso alla lista della farmacia ospedaliera e procurare notevoli profitti all’azienda farmaceutica.
Lo studio ha trovato che i regali personali offerti ai medici avevano un valore fino a 40.000 dollari e includevano vino, fiori, una cena in un ristorante esclusivo, crociere nel porto, biglietti per il cinema, il circo, concerti, opera e partite. Secondo il codice etico di Medicines Australia, la principale associazione dell’industria farmaceutica, i biglietti per manifestazioni non di aggiornamento professionale sono proibiti.
Il professor McNeill ha detto che questo genere di regali, sebbene molto meno comuni che viaggi gratuiti e cibo, potrebbero essere la spia di qualche cosa di più diffuso.
Del 50 percento di specialisti chi sono stati offerti viaggi per conferenze, i due terzi hanno accettato e la maggior parte ha partecipato come spettatori, non come relatori.
Gli autori – tra cui ci sono professori di etica e di medicina dell’Università di Sidney e dell’Università di Newcastle – raccomandano nel loro rapporto la fine dei pagamenti diretti dei viaggi da parte delle aziende farmaceutiche. I fondi aziendali destinati ai viaggi dovrebbero essere erogati attraverso un gruppo indipendente, dice il rapporto.
L’Ordine Reale dei medici dell’Australasia ha recentemente aggiornato il suo codice deontologico volontario, suggerendo che i medici “prendano in considerazione con cautela” le offerte di viaggi per partecipare alle conferenze.
Un portavoce di Medicines Australia ha detto che lo studio è stato condotto prima di un miglioramento del proprio codice di condotta, aggiornato nel 2003. «Medicines Australia e l’industria farmaceutica danno il benvenuto ad ogni verifica della relazione esistente tra le aziende e i professionisti della salute», dice.
Secondo il professor McNeill, i medici si sentono in difficoltà a proposito dell’argomento e desiderano discuterlo.
Link: qui e qui.
Gli anglosassoni non nascondono la testa sotto la sabbia come facciamo noi: riconoscono un problema, lo affrontano e cercano di risolverlo.
Anche da noi il comparaggio è storia vecchia, ma non si fa nulla. Escono libri (La Mala Ricetta), si attiva la magistratura, ne parlano i giornali, ma tutto in breve tempo viene inghiottito dalla nebbia del silenzio. Nulla cambia, tutto procede come prima. «E io (cittadino, contribuente, paziente) pago…!» Quanto durerà?
August 4, 2006
(Riporto la mia traduzione di questo articolo. Considerazioni in fondo)
I medici hanno un insano desiderio di regali
L’inchiesta più approfondita svolta finora sull’argomento ha rivelato che medici specialisti chiedono regali, del valore compreso tra 50 e 100.000 dollari (australiani), alle aziende.
Le richieste variano: denaro per pagare lo stipendio alle infermiere, donazioni per I propri reparti, computer, microonde, giornali specializzati, libri di testo, CD, e perfino denaro per un ricevimento di Natale.
L’Università del Nuovo Galles del Sud (Australia) ha chiesto, a 823 specialisti di tutto lo Stato, che cosa le aziende gli hanno dato e che cosa essi hanno chiesto alle aziende. Si è trovato che a quasi tutti gli specialisti sono stati offerti cibo e regali per l’ufficio, e che uno ogni due medici ha ricevuto regali personali – tra cui crociere nel porto e biglietti al teatro – così come denaro per viaggi di lavoro. Il quindici per cento ha chiesto alle industrie farmaceutiche regali, denaro, viaggi.
«I medici sono talvolta visti come le vittime innocenti, e i carnefici in questo caso è l’industria farmaceutica», dice l’autore, professore associato di etica e legge in medicina, Paul McNeill. «In realtà, è una relazione in cui tutti e due ci mettono del proprio.»
L’inchiesta, pubblicata online sull’Internal Medicine Journal di oggi, segue recenti commenti del capo della Commissione Australiana per la Concorrenza e il Consumatore, Grame Samuel, secondo cui «queste sporche vicende» sono «una spiacevole macchia sulla professionalità e il buon nome dei medici australiani».
Lo studio ha trovato che sei specialisti hanno chiesto denaro per pagare gli stipendi delle infermiere, uno ha chiesto 80.000 dollari; un altro ha chiesto una donazione di 60.000 dollari per il dipartimento, «in cambio di tempo per incontrare gli informatori [dell’azienda farmaceutica]».
Ogni anno le aziende farmaceutiche spendono milioni per cercare di convincere gli specialisti – quali esperti in tumori, patologie del sistema respiratorio e cardiocircolatorio – a prescrivere le loro medicine. La posta in gioco è elevata, poiché la prescrizione da parte di uno specialista può aggiungere un farmaco costoso alla lista della farmacia ospedaliera e procurare notevoli profitti all’azienda farmaceutica.
Lo studio ha trovato che i regali personali offerti ai medici avevano un valore fino a 40.000 dollari e includevano vino, fiori, una cena in un ristorante esclusivo, crociere nel porto, biglietti per il cinema, il circo, concerti, opera e partite. Secondo il codice etico di Medicines Australia, la principale associazione dell’industria farmaceutica, i biglietti per manifestazioni non di aggiornamento professionale sono proibiti.
Il professor McNeill ha detto che questo genere di regali, sebbene molto meno comuni che viaggi gratuiti e cibo, potrebbero essere la spia di qualche cosa di più diffuso.
Del 50 percento di specialisti chi sono stati offerti viaggi per conferenze, i due terzi hanno accettato e la maggior parte ha partecipato come spettatori, non come relatori.
Gli autori – tra cui ci sono professori di etica e di medicina dell’Università di Sidney e dell’Università di Newcastle – raccomandano nel loro rapporto la fine dei pagamenti diretti dei viaggi da parte delle aziende farmaceutiche. I fondi aziendali destinati ai viaggi dovrebbero essere erogati attraverso un gruppo indipendente, dice il rapporto.
L’Ordine Reale dei medici dell’Australasia ha recentemente aggiornato il suo codice deontologico volontario, suggerendo che i medici “prendano in considerazione con cautela” le offerte di viaggi per partecipare alle conferenze.
Un portavoce di Medicines Australia ha detto che lo studio è stato condotto prima di un miglioramento del proprio codice di condotta, aggiornato nel 2003. «Medicines Australia e l’industria farmaceutica danno il benvenuto ad ogni verifica della relazione esistente tra le aziende e i professionisti della salute», dice.
Secondo il professor McNeill, i medici si sentono in difficoltà a proposito dell’argomento e desiderano discuterlo.
Link: qui e qui.
Gli anglosassoni non nascondono la testa sotto la sabbia come facciamo noi: riconoscono un problema, lo affrontano e cercano di risolverlo.
Anche da noi il comparaggio è storia vecchia, ma non si fa nulla. Escono libri (La Mala Ricetta), si attiva la magistratura, ne parlano i giornali, ma tutto in breve tempo viene inghiottito dalla nebbia del silenzio. Nulla cambia, tutto procede come prima. «E io (cittadino, contribuente, paziente) pago…!» Quanto durerà?
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